[estratti dal libro "Subbuteo. Storia illustrata della nostalgia" di Daniel Tatarsky, isbn edizioni]

Il calcio vero è il gioco più bello del mondo, e il Subbuteo non è meno vero. Fanculo ai soldatini, al Monopoli e alle macchinine. 

In un'epoca anteriore alla televisione 24 ore su 24, quando c'erano solo tre canali tra cui scegliere e i videogames non erano che un sogno nella testa di Clive Sinclair, per un ragazzo il gioco più efficace era la sua immaginazione. E il più delle volte a ispirare l'immaginazione era il gioco del calcio. Con tutti i passaggi, i tiri, le astuzie tattiche richieste dal gioco vero, il Subbuteoè quanto di più vicino al tonfo del cuoio su quegli scarpini di marca costosissimi e superpubblicizzati.

Nella Gran Bretagna del dopoguerra c'era una sensazione palpabile di sollievo e un autentico desiderio di tornare a divertirsi. Ovunque le famiglie cercavano cose nuove per occupare le ore di svago e un'ondata di imprenditori aveva iniziato a inventarsi modi per trarre vantaggio da questa ritrovata domanda di giochi e intrattenimenti. Peter Adolph, l'inventore del Subbuteo, aveva notato l'improvvisa comparsa nei negozi di nuovi giochi rivolti ai bambini e immaginò che ci dovesse essere un modo per entrare nel giro. Fu così che a pagina 53 del numero di agosto 1946 del giornale "The boy's own paper" Adolph mise un annuncio per un prodotto che ancora non aveva creato: infatti richiese il brevetto il 9 agosto del 1946. Quando apparve l'annuncio Adolph era all'estero, in viaggio d'affari in America per valutare le uova di qualche uccello raro. Sorprendentemente per lui, e certamente per sua madre, gli ordini arrivarono a frotte più in fretta di quanto la Royal Mail riuscisse a recapitarli. Di lì a poco la madre, presa dal panico, gli mandò un telegramma chiedendogli cosa dovesse farsene delle 7500 sterline di ordini postali che aveva ricevuto. Adolph tornò di corsa in Inghilterra. Con l'aiuto della madre Peter Adolph cominciò a creare il primo lotto di quello che avrebbe finito per chiamarsi calcio da tavolo Subbuteo. Il nome del gioco lo ottenne dal suo amore per gli uccelli e nello specifico per il falco lodolaio il cui nome scientifico è falco subbuteo. Adolph non solo diede il nome dell'uccello alla sua azienda, ma usò anche la testa del falco lodolaio come logo. Dagli umili inizi nel 1947, a Tunbridge Wells, nel Kent, nella rimessa a casa di sua madre, Peter Adolph, il "padre del subbuteo", riuscì a sviluppare il marchio al punto che, al suo apice, il Subbuteo era giocato in più di 50 paesi da più di 10.000.000 di appassionati. 

Con un tale successo di vendite, l'azienda cominciò ad offrire ai propri clienti una vasta gamma di accessori. I giocatori potevano costruire uno stadio, riempirlo di spettatori, installare riflettori, vendere spazi pubblicitari e invitare i reali inglesi. Era l'inizio dell'età dell'oro del Subbuteo e la figura tridimensionale in scala "00" è la più famosa del suo genere. Le figure venivano realizzate e dipinte a mano da lavoratori a domicilio, inizialmente a Tunbridge Wells e nei dintorni, ma in seguito perfino in Galles e a Gibilterra. La qualità di fabbricazione è eccezionale, fa venire voglia di giocare e prendersi cura dei pezzi. 

Nei primi anni potevi scegliere la tua squadra da una lista, ma in seguito la Subbuteo mise a punto quello che divenne il metodo di scelta preferito di tutti gli appassionati, il tabellone delle squadre. Alcuni ragazzi avevano poster di Debby Harry, altri di Freddie Mercury, ma il tabellone del Subbuteo superava tutti i confini sociali, culturali e geografici. Fu indubbiamente l'introduzione delle diverse squadre ad aumentare del Subbuteo e a spingere i clienti a chiederne sempre di più.

Il 29 ottobre 1968, Peter Adolph accettò l'offerta d'acquisto della Subbuteo Sport Games da parte del gigante dei giochi Waddington, noto soprattutto per il Monopoli. La vendita della Subbuteo fruttò ad Adolph circa 250.000 sterline. Sempre nello stesso periodo le vendite al di fuori del Regno Unito cominciarono ad assumere sempre più importanza per l'azienda. La nazione in cui le vendite andavano meglio era di gran lunga l'Italia. L'agente qui era Edilio Parodi, un nome che sarebbe rimasto legato al gioco per lunghi anni a venire. Parodi si era avvicinato al Subbuteo dopo aver visto una pubblicità su un giornale britannico di giocattoli.

Anche se nominalmente era ancora alla guida della Subbuteo, Peter Adolph si sentiva frustrato per gli obblighi  imposti dall'avere ora qualcuno a cui rispondere. In una lettera indirizzata alla Waddington affermò che "la direzione dipende dalla pianificazione di coloro che intuitivamente colgono e comprendono i bisogni e i desideri dei ragazzi": Adolph non sembrava credere che la Waddington fosse in grado di farlo e così il 30 settembre 1970 Peter Arthur Adolph si dimise definitivamente dall'azienda.

Negli anni Ottanta furono introdotti molti cambiamenti nell'attrezzatura e nelle modalità di gioco. Tanto vituperato su veri terreni di gioco, l'Astropitch divenne rapidamente la superficie più gettonata nei principali tornei di Subbuteo. Il gioco era più scorrevole e realistico che sui vecchi campi di panno e i giocatori potevano effettuare lanci lunghi con molta più precisione. Il modo di giocare a Subbuteo era cambiato fino a diventare irriconoscibile: farla finita con colpi a rischio e trucchetti ingegnosi, i tiri a effetto e a giro che erano tra i principali motivi del successo iniziale del gioco. Come accadeva nel calcio reale, vincere era tutto anche nei tornei ufficiali di Subbuteo. Gli schieramenti cambiarono, con una difesa a sei in linea per respingere i lanci lunghi e pochissimi attaccanti in campo. Per permettere colpi più lunghi e dritti fu ridotta la curvatura della base, che divenne più bassa. Ciò rese anche più facile alzare la palla. Anche il calcio negli anni Novanta stava cambiando e il Subbuteo faticava a tenere il passo. Uno degli aspetti migliori del gioco era stato comprare la divisa della squadra del cuore. Il che andava bene quando la Subbuteo poteva coprire diverse squadre realizzando una sola tenuta, ma l'introduzione nel calcio reale dello sponsor sulle magliette rese la vita molto difficile.

A metà degli anni Novanta si verificano due eventi rivoluzionari. La prima fu la fabbricazione di tre figure nereper ciascuna squadra. La seconda fu la vendita della Waddington al colosso americano dei giocattoli Hasbro. Il numero delle squadre disponibili fu abbassato a 46, e successivamente ridotto ulteriormente all'osso comprendendo solo la Premiership. La Hasbro risparmiò soldi anche tornando a lasciare l'assemblaggio della squadra al cliente. La gamma ora era molto ridotta e le prospettive non sembravano particolarmente luminose, quindi non sorprese nessuno, nel gennaio del 2000,l'annuncio che la Hasbro avrebbe interrotto la produzione del Subbuteo. A seguito di una protesta lunga e rumorosa la Hasbro ci ripensò e decise di concedere al gioco un'altra possibilità. Nel frattempo, nel 2002, fu concessa la licenza per produrre il gioco alla famiglia Parodi, i vecchi amici italiani del subbuteo che ne avevano prodotto una propria versione chiamata Zeugo. Nel corso del 2004 la Hasbro tenta l'ennesimo rilancio del gioco reintroducendo le figure piatte, con le divise dei 14 maggiori club europei, nel tentativo di conquistare nuove schiere di giocatori.

[estratti dalla voce "Subbuteo" in Wikipedia]

 Il marchio Subbuteo è ricomparso ufficialmente in Italia nel 2009, grazie ad una collana edita dalla Fabbri Editori su licenza Hasbro e distribuita nelle edicole. In Italia esiste un movimento organizzato, detto Old Subbuteo, che tende a replicare il medesimo gioco degli anni Settanta ed Ottanta utilizzando materiali dell'epoca oppure fedeli riproduzioni attuali. In Italia i tornei e le manifestazioni agonistiche furono invece organizzate prima dalla FICMS (Federazione Italiana Calcio in Miniatura Subbuteo) e successivamente dall’AICIMS (Associazione Italiana Calcio in Miniatura Subbuteo). Anche per quanto riguarda l’aspetto agonistico del gioco, fondamentale fu il ruolo di Edilio Parodi, importatore e distributore in Italia del gioco. Negli anni d’oro i tornei di Subbuteo in Italia erano frequentissimi, ma il sogno dei subbuteisti italiani era indubbiamente partecipare e conquistare il Guerin Subbuteo. Il Guerin Subbuteo, organizzato per la prima volta nel 1978, è stato per quasi vent’anni la maggiore manifestazione di Subbuteo a carattere nazionale. Organizzato in collaborazione tra Parodi e il settimanale calcistico Guerin Sportivo, era aperto a tutti poiché si svolgeva attraverso una prima fase di selezione regionale e una fase finale di carattere nazionale, suddivisa nelle due categorie juniores e seniores. Da questo movimento, che si era ormai consolidato con una lunga tradizione agonistica, e dalla scissione della struttura agonistica del Subbuteo nacque l’attuale calcio da tavolo, che deriva ovviamente dal Subbuteo ma ne ha modificato i materiali (basi e portieri) e il regolamento, con l’intento di trasformare il gioco in una attività sportiva codificata e riconosciuta, che fa oggi riferimento alla FISCT in Italia (Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo) e internazionalmente alla FISTF (Federation International Sports Table Soccer).

Nel 2011 la Netcam, proprietaria del gioco "Total Soccer" ha acquistato dalla Hasbro i diritti sul marchio Subbuteo per i successivi 10 anni e dall'inizio del 2012 ha riavviato la vendita di squadre e materiale di gioco nel Regno Unito.